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Questa e' una notizia che riguarda lo champagne e quindi potrebbe anche interessarci relativamente. Pero' c'e' uno spunto interessante che vorrei sottilineare e che magari non risulta essere cosi' immediato a chi non conosce il mercato cinese. A questa pagina del Sole24ore vi e' la notizia: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-28/cina-soccorso-champagne-made-094342.shtml?uuid=AbCjNwzH
Riporto una frase:
"Certo una buona notizia visto che il ceto medio cinese in ascesa ha sempre più voglia di lusso occidentale ed è disposto a spendere per le bollicine prodotte nel nordest della Francia. Solo nel 2012, l'export dello champagne in Cina, Hong Kong esclusa, è aumentata del 52% a due milioni di bottiglie, con il Paese che è diventato il dodicesimo importatore al mondo."

Ora, so' per sicuro che i cinesi ricchi acquistano (anche lo champagne) non perche' a loro piaccia, ma per un fatto di prestigio. Se possono scegliere bevono il loro liquore, ma lo champagne e' lo champagne e non puo' mancare se vuoi fare sfoggio della tua ricchezza.
La nostra fortuna, per quanto riguarda i vini naturali, e' che i ricchi cinesi sono anche attenti alla salute e avendo soldi non hanno problemi a spenderli. Se arriviamo prima dei francesi a imporre il VINO ITALIANO come il VINO NATURALE (biologico/biodinamico) nel mondo, punto di riferimento imprescindibile (come lo champagne lo e' ora per il lusso), abbiamo davanti un mercato enorme. Ma dobbiamo fare in fretta: lo spazio che vi e' ora potrebbe non esserci piu' domani.

 
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La Cina e' unanimamente riconoscita come la nazione che produce piu' falsi al mondo. Leggendo i giornali italiani vedo regolarmente notizie di prodotti cinesi falsi che entrano in Italia e vengono sequestrati. Quello che mi dice il mio amico e collaboratore cinese Mike e': "Ma come e' possibile che li sequestrino quando sono gia' entrati in Italia? Non sono passati dalle dogane italiane?" Io, veramente, non so' cosa rispondergli. Ma non e' questo il punto della discussione che vorrei affrontare. I cinesi, essendo maestri della falsificazione da esportazione, rimangono maestri anche per quanto riguarda il consumo nel mercato interno. Parlando con un giovane negoziante che vende vino e' venuto fuori, detto tra il serio e il faceto, che lui si considera un professionista nella vendita di vino cinese falso. Chiaramente tutti sanno che lui vende vino falso, i suoi clienti, la polizia... Oltretutto non e' nemmeno interessato a vendere vino cinese originale, ne', tantomeno, vino italiano o internazionale con i certificati di importazione in regola.
Una parte di cinesi ricchi, pero', piu' per un fatto di prestigio che per attenzione e conoscenza del vino, cerca un prodotto originale e certificato. In questo ambito il vino naturale italiano potrebbe giocare un ruolo non indifferente. Bisogna pero' far capir loro che in Italia i controlli vengono fatti davvero, con serieta', conoscenza dell'argomento, scrupolo, attenzione al consumatore finale. Ma, dato che io non sono del settore, mi chiedo se e' proprio cosi'? E poi mi domando: "Ma davvero sono necessari 9 Enti autorizzati dallo Stato Italiano che certifichino la "naturalita'" del vino che c'e' dentro la bottiglia"?
Che informazione/messaggio tranquillizzante sulla qualita' della certificazione del vino naturale italiano vogliamo dare ai nostri potenziali consumatori cinesi?

Se vogliamo discuterne ho aperto un post sul FORUM.


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La prima volta che ho parlato di vino con i pochi amici cinesi con i quali ero in contatto, non ci siamo capiti molto bene. Io parlavo a loro di "wine" e loro mi indicavano delle bottiglie. Io dicevo che quello non era vino, ma probabilmente liquore. Per farla breve, ho scoperto che i miei amici non avevano conoscenza della distinzione che noi occidentali facciamo tra il vino  e il liquore. Per i cinesi VINO e LIQUORE pari sono.
Poi ho fatto altre scoperte. Per esempio che nella maggioranza dei casi il vino acquistato non viene bevuto ma regalato come simbolo di prestigio e riconoscenza. Qualcuno, molto spesso un politico, ti ha fatto un favore? Ti presenti a casa sua con del vino, indiscutibilmente non cinese. Se ne deduce che quindi anche per il vino, essendo un prodotto non di consumo ma di regalo, vi deve essere una confezione elegante, una scatola importante e di impatto visivo notevole, tipo quella del liquore cinese che vedete qui a fianco.
Quello che dico molte volte a produttori italiani di vino che mi chiedono di vendere il loro vino, ottimo ma con etichette minimaliste, se non dimesse, e' che qui in Cina non vendi il vino, ma vendi la scatola con dentro la bottiglia di vino. Ma in molti questo non lo capiscono.



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Girando su internet alla continua ricerca di novita' sul vino in Cina, ho scoperto una cosa che per me ha dell'incredibile: pare che a Changsha sia stato aperto il Primo Museo del Vino in Cina. Accidenti! Questo e' il link alla pagina dalla quale ho preso l'informazione: http://www.winechina.com/EN/read.asp?id=2010011425.
Pare ache all'interno vi siano vini da tutte le parti del mondo. Domani se abbiamo tempo vedo di andarci con Mike per capire meglio la situazione e capire chi c'e' dietro questa iniziativa abbastanza anomala per la Cina. Vi terro' informati.


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    Maggio 2013

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